Ciao Marco

Pubblicato: 24 ottobre 2011 in Attualità, Moto and so on.., Pensieri, Persone
Tag:, , ,

Non è da conformisti rimanere scioccati, quasi traumatizzati, quando un ragazzo se ne va dopo un incidente tanto assurdo quanto tragicamente probabile se per lavoro fai il pilota di moto.

Inutile spiegare ai non appassionati i motivi che, comunque, ti portano a considerare la tua moto un mezzo privilegiato, una compagna di viaggi e di avventure, un modo di vivere: non capirebbero. Altrettanto inutile cercare di spiegare ai non praticanti cosa prova un motociclista quando vede morire un altro motociclista. E’ una sensazione che ti permea profondamente, perchè sai che ogni santa volta potrebbe capitare a te.

Eppure, nonostante tutto, continui a macinare kilometri e a prenderti dei rischi semplicemente perchè “fa parte della tua natura”. Continuare ‘essere biker’ può essere un cruccio, uno sfogo, un modo di distinguerti, una via privilegiata di essere a contatto con l’ambiente esterno. Andare in moto è la sensazione più vicina al volo: l’aria e la pioggia arrivano diretti, i profumi e i rumori riguardano solo te. Non si può comunicare in moto: sotto la visiera è difficile bloccare il flusso dei pensieri se si percorre una strada dell’Andalusia con immense distese di girasoli e decine di kilometri di niente assoluto.
Ho perso un amico a causa di un incidente in moto: si chiamava Marcello, aveva 20 anni quando non è più tornato da un giro della domenica. Io ne avevo 17 ed avevo un’Aprilia 125 mentre lui aveva da poco preso una Honda Cbr 600. Era un ragazzo solare, educato, limpido ed aveva la chioma alla Marco Simoncelli. Conosco i suoi fratelli e i suoi genitori, ho toccato il suo casco sfaldato, abbracciato sua madre in lacrime, spesso mi fermo a trovarlo al cimitero. Dopo il suo incidente mi sono spaventato e per alcuni anni ho smesso di andare in moto. Circa dieci anni dopo ho ricominciato ad appassionarmi: da circa 7 anni sono sono tornato in sella.
Sono stato in giro per l’Europa da Barcellona a Gibilterra a Parigi, a Francoforte.. Sotto un acquazzone ho imprecato contro l’universo, al freddo vento del Lago d’Idro nel mese di marzo ho maledetto il mondo, vicino al Culmine di San Pietro dopo l’ennesimo tornante ho rischiato di finire con la moto di traverso per un po’ di brecciolino sull’asfalto. Niente di questo mi ha fatto seriamente mettere in discussione la mia passione.

Poi una domenica pomeriggio accendi la tv e vedi queste immagini, questo bravo ragazzo con la faccia pulita che potrebbe essere il tuo fratello minore e pensi se ne vale la pena o se, forse, questo giocattolo non abbia un “canone” troppo alto da pagare. Ci pensi e ripensi.

Ciao Marco: davvero mi dispiace moltissimo, ci mancherai.

commenti
  1. roberta ha detto:

    io non sono mai salita su una moto, non ricordo nemmeno se mio fratello mi ha fatto fare un giro quando ha comprato lo scooterone…. boh… avevo lo Scarabeo (il ciclomotore) e dopo un piccolo incidente non me la sono più sentita di usarlo…
    però mi piacerebbe provare la sensazione che si prova con la moto…
    Simoncelli prima lo conoscevo molto vagamente, solo adesso ho scoperto quale bel personaggio positivo fosse… un po’ come Valentino Rossi… (mio conterraneo…) mi dispiace d’averlo conosciuto nel modo più brutto….

  2. Deborath ha detto:

    Ciao.. 😦
    Che immensa tristezza…
    Io non sono una sportiva, non ci capisco niente di moto, nè di moto GP, ma di questo ragazzo mi ha sempre molto colpito la sua faccia pulita, la sua spontaneità, la sua semplicità e, soprattutto, il suo sorriso!!!!
    Sorrideva sempre…
    Se c’è un modo in cui piacerebbe anche a me esser ricordata è anche per il sorriso!!!!
    Non credo che ci sia cosa più bella!!!!
    A presto…

  3. Marco ha detto:

    Seguivo la gara in diretta quando è successo l’imprevedibile……mi si è gelato il sangue nelle vene.
    Sono due giorni che rivedo le stesse immagini e ogni volta mi viene la pelle d’oca.
    L’immagine del padre che cammina sconsolato e rassegnato è un pugno nello stomaco.
    Non voglio fare del moralismo spicciolo per cui mi fermo qui.
    A volte il silenzio dice piu’ di mille parole.
    Ciao Sic!

Scrivi una risposta a Marco Cancella risposta